Della festa, della musica, dei pirati e delle parole.

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Ringraziamento d’obbligo a Bepi e Nicola, che hanno tirato una carretta che nessuno, quest’anno, a vario titolo e ragione, ha voluto tirare, anche perché il presupposto non era quello che doveva essere.
Questa era la festa dello sport e, poi, dell’associazionismo. Poi.
Noi, per marcare il diverso modo in cui intendiamo questo tipo di evento: nel nostro stand non c’era nessun materiale che riguardasse il passato, con la sola esclusione dei manifesti usati per “arredare” il tavolo sopra cui erano posate due caraffe sempre colme di buon spritz, che offrivamo a chiunque ne volesse un bicchiere.
E un pacco di fogli con la spiegazione del perché e del come eravamo presenti: lo abbiamo riportato in questo post.
Siamo riusciti a portare a termine nove interviste che a breve inseriremo in internet, per farvi ascoltare ciò che ne è uscito.
Cose da dire, le persone, ne hanno.
E molte, anche.
Basta aver voglia di ascoltarle.
O, magari, di usare un po’ di fantasia.
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Dell’ombra e della luce

Quando vivevo a Venezia, una persona che conoscevo mi disse:

“Si capisce il valore, lo spessore del “capo” (che possiamo chiamare anche leader, comandante, presidente, ecc.) e, di conseguenza, il valore e lo spessore del gruppo, dalla qualità dei suoi collaboratori.
Quando questi ultimi sono mediocri, cioè che non fanno “ombra” al capo, allora non sbagli valutando il tutto mediocre, di scarsa qualità e che, probabilmente, segue una linea definita da altri, dettata da altri che stanno nell’ombra.
Se il “capo” è illuminato, si attornia di persone illuminate, che possono brillare anche di luce propria, perché il fine è quello di “spingere avanti” ciò in cui si è impegnati, guardando avanti verso il bersaglio che non è l’apparire, l’essere migliori, il voler emergere, ma solo e unicamente il bene di ciò che si sta costruendo.”

A. Croff

Perché questo post?
Boh, stamattina mi sono svegliato così, dopo qualche chiacchiera scambiata in questi ultimi giorni, con un po’ di persone che operano a Mira.

P.S.
È uno scotto che ogni nostro articolo o commento deve SEMPRE PAGARE: la correzione ortografica.
Si dice
che uno è quello che scrive.
Il “si dice” lo dice la nonna… e noi siamo d’accordo.
Ci sono troppi po’ con l’accento e nessuno con l’apostrofo, in giro per la rete mirese… per favore, un po’ di attenzione, che la nonna ci sclera!!!!!